MAZZO DESTINO

NOME MAZZOMazzo Destino
NUMERO CARTE

20

DIMENSIONI CARTE56×87
MATERIALE320gr Professional Playing Cards
GIOCOThrone – I Guardiani di Kalesh
ILLUSTRAZIONIVeronica Del Guerzo
LAYOUT CARTAMichele Marchionne

VISUAL SPOILER

PREFAZIONE

RIFORNIMENTI

CAPITOLO 1 – WAROS

WAROS
SETE
PREGARE
FIAMME
SOLITUDINE

CAPITOLO 2 – TARAJ

TARAJ
DISORDINI
ONORE
TREGUA
DAZIO

CAPITOLO 3 – RADJAN

RADJAN
SILENZIO
AMNESIA
CORAGGIO
DIFESE

CAPITOLO 4 – KALESH

KALESH
ATTESA
VELENO
VENDETTA

DIARIO DI VICTOR

Scritto da Fabio Napolitano

Era notte fonda quando i miei messaggeri bussarono alla porta, capii subito e mi precipitai in armeria per prendere tutto ciò di cui avevo bisogno.

Ho sempre sperato che questo giorno non arrivasse mai, non per paura ma per quello che sarebbe toccato agli altri per mano mia.

Non avrebbero dovuto farlo.

Conoscevo molte storie su Waros, chiunque si avventurasse per le sue distese di sabbia non sarebbe tornato più lo stesso. Non importa chi sei o cosa porti con te, questo deserto si prenderà tutto.

Fui costretto ad attraversarlo e persi molti compagni, ma non c’era altro modo quella era l’unica strada. Le nostre riserve di acqua erano terminate, davanti a noi c’erano ancora due giorni di viaggio e lo sforzo chiesto ai miei uomini fu enorme. Ogni giorno ripetevo che dopo aver superato Waros avremmo raggiunto la città mercato Taraj e saremmo tornati in forze ma per alcuni la dipartita era già molto vicina. Non riuscivo a prender sonno in quelle notti, i pensieri mi logoravano, nel silenzio iniziai a sentire dei mormorii che mi fecero rabbrividire. Un linguaggio antichissimo e dimenticato risuonava come una preghiera d’aiuto, quando sentii pronunciare i nomi degli Antichi Signori era già troppo tardi.

Alzai lo sguardo per ammirare le stelle che di li a poco non avrei mai più rivisto.

Le preghiere degli uomini alimentarono il desiderio di equilibrio degli Antichi Signori, nulla poteva proteggerci ora, nemmeno la fede. Quello che accadde il quella notte fu inconcepibile, le stelle iniziarono a cadere dal cielo e non vi era scampo. Decisi di chiudere gli occhi per non vedere quello che stavo perdendo, sapevo già che il giorno seguente sarei rimasto solo.

Davanti a me restava un solo giorno di viaggio per arrivare a Taraj, sapevo che Waros mi avrebbe tolto tutto e io non potevo fare nulla. Trovai le forze nel silenzio di quel giorno di solitudine, iniziai a pensare…pianificare…elaborare strategie, dolore, odio, rancore, ormai mi nutrivo di quelle sensazioni. Waros era alle mie spalle…ma io ero cambiato.

Finalmente raggiunsi Taraj…non la ricordavo così imponente, dalle sue grandissime porte transitavano merci di tutti i tipi, ma quello di cui avevo estremo bisogno era della semplice acqua. Ormai ero sfinito e persi i sensi, quando mi risvegliai riconobbi le Segrete di Taraj, un ragazzo si inchinò davanti a me e disse <<Mio Lord io e questi uomini siamo ora al tuo servizio>>…decisi di riprendere subito il mio viaggio, ma non appena uscii dalle Segrete fui stordito dalla confusione delle vie mercantili principali di Taraj e dalla luce intensa del sole, bastò un’attimo che persi di vista i miei uomini e mi ritrovai avvolto da un fiume di mercanti in protesta. Non avevo molte armi con me, la mia lama nascosta bastò per farmi spazio senza troppo clamore…Non ero più giovane come un tempo, non mi ero ripreso ancora del tutto ma quei disordini mi fecero ricordare chi fossi e che nulla e nessuno poteva fermarmi. Approfittai del momento e riuscii ad allontanarmi, quando i miei uomini mi raggiunsero, rimasero sbalorditi da quanto accaduto, in quell’istante capirono quale onore avrebbero avuto combattendo al mio fianco.

A Taraj tutte le armi vengono requisite al suo ingresso, vige il divieto di portarle con se per le vie mercantili. In quel momento ciascuno di noi ne trasportava molte sotto la propria cappa ed il sole cocente complicava le cose, dovevamo uscire al più presto da quella città, la mia pazienza ormai era diventata inquietudine, stavo già perdendo troppo tempo…sapevo che Taraj era rinomata per avere un facile accesso e che una volta entrato mi sarei ritrovato in un vero e proprio labirinto…fui costretto a pagare diversi mercanti per raggiungere passaggi segreti e cunicoli in grado di farci uscire senza essere notati. Capii subito che tutto l’oro e le gemme che portavo con me sarebbero state destinate a restare per sempre a Taraj.

Radjan, l’ultimo baluardo per la fortezza di Kalesh aveva spalancato le sue porte…fu proprio Lord Wayden ad inviarmi il messaggio quella notte, nonostante i nostri conflitti mi fece attraversare Radjan incolume, sapeva dove stavo andando.

Ero convinto che le voci del mio arrivo a Kalesh portassero con se un alone di paura…ero invidioso…solo quello poteva anticiparmi.

Nonostante le onorevoli intenzioni dei Ranger, ordinai ai miei uomini di non pronunciare parola alcuna all’interno di Radjan, qualsiasi cosa poteva essere fonte di informazioni per loro. Sapevo che io e i miei uomini fossimo scortati senza il nostro volere, tra le fronde degli alberi e nei tronchi cavi intravedevo punte di frecce e in quel silenzio udivo lo scricchiolare degli archi in tensione. Quel lungo silenzio mentre attraversavo Radjan, cominciava ad avere uno strano effetto su di me. Al mio seguito un gruppo di uomini con il mio stesso stemma in mostra sul petto, non conoscevo i loro nomi, mi domandavo il perché fossi lì e dove eravamo diretti, l’unica certezza era la luce che intravedevo tra gli alberi. Speravo tanto che mi avrebbe guidato verso l’uscita…quella luce sembrava poter essere toccata con mano, in realtà camminammo per ben due giorni prima di raggiungere l’uscita di Radjan, a quel punto feci un bel respiro e tutti fu incredibilmente chiaro. All’orizzonte come un miraggio comparve la Fortezza di Kalesh, un urlo liberatorio rinvigorì i miei uomini e nei loro occhi la fatica si era tramutata improvvisamente in puro coraggio.

Le difese a protezione della Fortezza di Kalesh erano composte da una serie di mura con avamposti guidati dagli strateghi più abili del regno. Ho assistito per un intero giorno ad una pioggia di frecce tanto insistente da oscurare il cielo, in molti caddero quel giorno per proteggermi. Il loro sacrificio non fu vano, da quel momento ne avevo preso il pieno controllo.

La Leggendaria Kalesh, una Fortezza inespugnabile scavata nella dura roccia del monte Arshia ed unico ingresso per il Sacro Santuario posto alla sua sommità. Furono proprio i Guardiani ad invocare gli Antichi Signori per difenderla, ma la scelta di farlo sarebbe spettata solo a loro. Il nostro destino era ormai nelle loro mani, non potevamo fare altro che aspettare. Giorni, settimane, mesi…noi qui fuori e loro rinchiusi nella Fortezza come topi in trappola. Non era più questione di difese ma di attese. Nessuna perdita per noi, tutti da perdere per loro. Ci volle molto tempo prima che esaurissero le loro riserve di acqua, ma quel giorno finalmente arrivò e noi brindammo innalzando i boccali. Non capivo come potessero resistere per giorni, poi ho scoperto un accesso segreto alla Fortezza da cui transitavano merci, armi, cibo e acqua. Poche monete mi bastarono per corrompere dei poveri contadini al fine di far avvelenare tutto ciò che trasportavano.

La mia arma divenne la pazienza ed il tempo il mio alleato.

Ricordo quella notte, dentro di me sapevo che il giorno che tanto bramavo era ormai giunto. Alle prime luci dell’alba entrai a Kalesh, superai le sue mura labirintiche e in poco tempo raggiunsi la Sala Reale. Ai miei occhi lo spettacolo che trovai fu talmente appagante, che ogni mio passo in quel silenzio, risuonava come un ultimo granello di sabbia che scandisce la fine del tempo.

LORD VICTOR